Libertà di movimento al confine Francia Inghilterra

Libertà di movimento al confine Francia Inghilterra

Utopia 56, Auberge des migrants

« One in, One out » : il nuovo accordo che trasforma il diritto di asilo in un baratto

Per più di trent’anni, il confine Francia-Regno Unitoè stato il palcoscenico per violenze organizzate contro gli esuli. La militarizzazione, i soprusi della polizia e la politica del “zero fixation point” [ndt. politica che mira a eliminare gli accampamenti permanenti di personi in movimento] hanno trasformato Calais e Denkerque in territori inospitali, dove ogni tenta confiscata, ogni evaquazione forzata e ogni vita persa in mare è il resto del prezzo di queste decisoni politiche. Nel 2024, almeno 116 persone sono morte cercando di raggiungere l’Inghilterra.

Invece di riconoscere il fallimento di questa strategia mortifera, la Francia e il Regno Unito la stanno esacerbando con un accordo cinicamente soprannominato “One in, One out” [ndt. Uno dentro, uno fuori]. Dietro questa formula tecnocratica si nasconde una realtà agghiacciante: una vita ammessa in cambio di un’altra espulsa. Le quote umane, un baratto burocratico che nega i diritti fondamentali. Questo accordo non crea nessun passaggio sicuro; intrappola le persone in un labirinto di criteri assurdi e discriminatori, che sono ancora parte di una politica di deterrenza, una politica che è completamente inefficace e il cui solo obbiettivo è di sembrare efficace agli occhi dell’opinione pubblica. È una machina che produce precarietà e tragedie.

Rifiutiamo questa politica della deterrenza esercitata attraverso la violenza e del diritto di asilo trasformato in una lotteria. Denunciamo un accordo che esternalizza le responsabilità, mantiene l’opacità, alimenta la repressione e condanna a morte le persone. Domandiamo la fine immediata del “One in, one out” e l’istituzione di percorsi legali e sicuri per il Regno Unito, un’accoglienza degna sulla costa e il rispetto del diritto fondamentale di scegliere il proprio paese d’asilo.

A Calais, come in altri luoghi, l’emergenza umanitaria è causata da decisioni politiche. Queste scelte uccidono. È tempo di porvi fine.

Chiediamo:

  • Rispetto per la libertà di scegliere il paese in cui richidere asilo, attualmente reso impossibile dal Patto di Dublino e dal Patto Europeo sulla Migrazione e l’Asilo
  • La fine del monopolio del Ministro dell’Interno sulle politiche di migrazione ai confini, cosichè le risposte siano guidate da imperativi umanitari e non di sicurezza e repressione.
  • La revisione dell’Accordo di Le Touquet, che organizza ed esternalizza il confine britannico sul suolo francese.
  • La pubblicità dei resoconti finanziari sull’uso di soldi pubblici impiegati per la militarizzazione del confine, e il ri-impiego di questi fondi per accoglienza e protezione
  • La fine immediata dell’accordo “One in, one out”

For more than thirty years, the French-British border has been the scene of organized violence against exiles. Militarization, police harassment, and the “zero fixation point” policy have transformed Calais and Dunkerque into inhospitable territories, where every tent confiscated, every forced evacuation, every life lost at sea is a reminder of the price of these political choices. In 2024, at least 116 people died trying to reach England.

Rather than acknowledging the failure of this deadly strategy, France and the United Kingdom are exacerbating it with an agreement cynically dubbed “One in, One out.” Behind this technocratic formula lies an appalling reality: one life admitted in exchange for another expelled. Human quotas, a bureaucratic barter that denies the most fundamental rights. This agreement does not create any safe passage; it traps people in a maze of absurd and discriminatory criteria, which is still part of a policy of deterrence, a policy that is completely ineffective and whose sole objective is to perform well in the eyes of public opinion. It is a machine that produces precariousness, non-recourse, and tragedy.

We reject this policy of deterrence through violence and asylum turned into a lottery. We denounce an agreement that externalizes responsibilities, maintains opacity, fuels repression, and condemns people to death. We demand an immediate end to “One in, One out” and the establishment of safe and legal routes to the United Kingdom, dignified reception on the coast, and respect for the fundamental right to choose one’s country of asylum.

In Calais, as elsewhere, the humanitarian emergency is caused by political decisions. These choices kill. It is time to put an end to them.

We are demanding:

  • Respect for the freedom to choose the country in which to seek asylum, currently prevented by the Dublin Regulation and the European Pact on Migration and Asylum. 
  • An end to the Interior Ministry’s monopoly on migration policies at the border, so that responses are guided by humanitarian imperatives rather than security and repression. 
  • The revision of the Le Touquet Agreement, which organizes the externalization of the British border on French soil.
  • The provision of financial reports on the use of public money devoted to the militarization of the border, and its reorientation towards reception and protection.
  • The immediate abandonment of the “One in, One out” agreement.

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